Buoni spettatori si diventa
21 Aprile, 2016 Lascia il tuo commentoIl Teatro serve ad attraversare le frontiere fra te e me. (Grotowsky)
Il pubblico, soprattutto il pubblico bambino più reattivo e attivo di quello adulto, è parte necessaria e protagonista dell’evento teatrale. A Teatro i bambini stanno consumando un RITO dove si ride tutti insieme, ci si spaventa e si ha paura insieme, ma c’è la magia della quarta parete a proteggerci; si è in un luogo protetto, insieme ad altri che vivono le stesse emozioni e le comprendono.
E’ un rito leggero perché non cambia il mondo, ma sacro perché cambia noi. I bambini hanno bisogno di riconoscersi negli altri, farsi delle domande, hanno bisogno di riti, cioè di una continuità all’interno della realtà discontinua della società odierna. Al luogo del Teatro, ovunque esso sia, bisogna dare la giusta importanza perché la ritualità del Teatro non vada persa.
Come si costruisce un pubblico partecipe, uno spettatore critico e consapevole non solo dal punto di vista teatrale e culturale, ma anche sociale e civile?
Bisogna conoscerne le regole:
- Fare Teatro : essere attori e non solo spettatori porta ad un processo di empatia, ad apprezzare il lavoro degli altri, a calarsi nei panni di chi è in scena, a riconoscerne la fatica e lo sforzo comunicativo.
- Ragionare: parlare di Teatro aiuta a far conoscere le sue caratteristiche, il suo linguaggio, i suoi codici.
- Vedere: considerare lo spettacolo come un processo, un divenire sia per gli attori che per gli spettatori permettendo loro di assistere alle prove, al montaggio scene e luci.
Siamo sicuri che voi, spettatori attenti e consapevoli, proverete empatia per questi piccoli grandi attori e li vorrete aiutare anche con piccoli ma significativi gesti. Perciò vi chiediamo cortesemente di:
entrare in sala solo all’orario definito (a tale scopo i docenti metteranno a disposizione alcuni alunni per il controllo);
spegnere i cellulari;
non mangiare in sala ma solo nell’atrio durante l’intervallo;
incaricare una sola persona per fotografare e filmare (un tecnico della rassegna filmerà comunque gli spettacoli);
non parlare e disturbare durante gli spettacoli;
non giocare e gridare negli spazi all’aperto adiacenti alla sala, durante gli spettacoli;
non assistere soltanto allo spettacolo dei propri compagni o dei propri figli o nipoti ma assistere anche al secondo spettacolo in programma, con lo stesso rispetto verso i giovani attori.
Il Teatro sarà così un’esperienza di crescita collettiva e potremo anche noi dire o pensare otsukarasama, bellissima espressione in lingua giapponese (letteralmente: “Grazie per esserti stancato per me”), con la quale in Giappone gli spettatori sono soliti ringraziare gli attori.
Categoria: 2009-24 Archivio Palcoscenico, TEATRO RAGAZZI
Questo articolo è stato scritto da Palco